L’anno 2022 rimarrà nella memoria degli appassionati meteo ma anche della gente comune per le straordinarie anomalie che ha portato con sè in termini di caldo e di assenza di piogge. L’anno precedente, il 2021, si era concluso con una temperatura all’incirca in media termica 1994-2020, fatto ormai più unico che raro anche con le medie recenti e infatti il 2022 non ha perso l’occasione di riconsegnarci tutta l’anomalia con gli interessi ricordandoci che siamo in un’epoca di forte e veloce riscaldamento globale e questo riscaldamento si fa sentire anche sul nostro territorio. Qui sotto ecco un grafico che ci mostra la temperatura media annuale dal 1960 ad oggi a Castelfranco Veneto ma la stessa situazione la possiamo riscontrare in tutte le altre località del nostro territorio, anzi, in collina e montagna il 2022 ha superato ancor di più i precedenti record mentre in pianura abbiamo battuto il 2014 di poco, l’anno finora più caldo da inizio rilevazioni.

In questo articolo vi stiamo descrivendo i dati di questo terribile 2022 ma anche solo con l’osservazione visiva ci siamo accorti tutti degli squilibri che ci sono stati in questi ultimi mesi, una siccità spaventosa senza precedenti fino a metà agosto con la natura in sofferenza idrica e il nostro paesaggio estivo che assomigliava a quello del centro-sud Italia, una situazione che è stata rattoppata parzialmente dalle piogge di fine agosto e settembre e poi degli ultimi due mesi, novembre e dicembre, ma ben lungi dall’essere recuperata. Per non parlare del caldo, un’estate iniziata a maggio e finita praticamente a fine ottobre quando ancora si registravano massime a 27-28 gradi in pianura con pochissime pause in media termica, mai prima d’ora si era registrata una temperatura così alta per così tanti mesi consecutivi mentre per il trimestre estivo solo il 2003 ci è stato davanti di qualche decimo di grado (quell’anno poi però settembre e ottobre furono freschi). E vogliamo parlare di questo dicembre? Un mese che di invernale ha avuto soltanto 2 giorni, poi è stato un susseguirsi di giornate grigie con temperature che definire folli è riduttivo, minime in pianura attorno ai 6-9 gradi nel cuore dell’inverno quando in questo periodo dovremmo vedere non solo la brina ma anche un po’ di neve fino a quote basse e invece persino sulle nostre Prealpi la dama bianca fatica sempre di più. Pensate che nel bimestre novembre-dicembre il 75% dei millimetri caduti a Cima Grappa sono stati liquidi, solo il 25% delle precipitazioni son state nevose in termini di quantità. Questo 2023 sta partendo nel peggiore dei modi, ma questo sarà argomento dei futuri articoli. Qui sotto ecco un riassunto delle anomalie di temperature mensili di questo 2022 rispetto alla media degli anni 1960-1990. Il grafico parla da solo…praticamente l’unico mese che una volta avremmo definito “normale” sarebbe stato aprile, per il resto tutti gli altri 11 mesi son stati sopra la media termica ’60-’90 e fin qua ormai non è più una novità ma quello che salta all’occhio è che 7 mesi su 12 hanno registrato un’anomalia di 3 o più gradi e addirittura 2 di questi oltre i 4 gradi! Lasciamo a voi i commenti…

Passiamo ora al lato pluviometrico, 10 mesi su 12 hanno registrato deficit di pioggia, gli unici mesi in surplus sono stati agosto (grazie alla parte finale del mese) e dicembre.

L’anno 2022 per soli 5mm di pioggia non ha battuto il record secolare di secco che appartiene ancora al 1993 (dal 1923 ad oggi). In particolare il record del 1993 è di 677mm mentre in questo 2022 son caduti a Castelfranco 682mm, praticamente record annullato in extremis grazie a dicembre. Mancherebbero comunque all’appello circa 400mm di pioggia per raggiungere la media. Come potete notare dal grafico allegato qui sotto per fortuna la piovosità annuale non sta subendo particolari variazioni rispetto al passato, preoccupano più che sia gli sbalzi e le situazioni di blocco, sempre più frequenti sia con piogge intense sia con la mancanza di precipitazioni, se osservate infatti negli ultimi 30 anni abbiamo i 2 anni più piovosi e i 2 anni più secchi dell’ultimo secolo. Un altro fattore da tener bene a mente è che con le temperature che in aumento anno dopo anno l’evapotraspirazione sta aumentando e quindi, soprattutto nel semestre caldo, la disponibilità d’acqua per la natura sta calando, non tanto per un calo delle precipitazioni medie ma per l’aumento termico.

Sperando di non vivere mai più un anno così nefasto cogliamo ancora l’occasione per augurarvi un buon 2023.

Articolo a cura di Meteo Bassano e Pedemontana del Grappa